Accessibilità: un’attitudine culturale
I modelli di +Cultura Accessibile dal 2013
Informazione, Pubblicità, Prodotto e Cultura
L’Accessibilità è un Problema per e di Tutti
Il nostro impegno nasce alcuni anni fa grazie alla visione anticipatrice della Fondazione Carlo Molo onlus di declinare ARTE SALUTE BELLEZZA dando vita ad attività culturali partecipate per le persone afasiche.
Informazione, sensibilizzazione, conoscenza e intervento sono le nostre parole d’ordine. Vogliamo che ogni esperienza sia motivo di crescita sociale e di reale inclusione
Abbiamo dimostrato che esiste una strada nuova e diversa per costruire modelli inclusivi di cui possa beneficiare l’intera comunità grazie alla ricomposizione di un tessuto sociale che mette la fruizione culturale al primo posto.
Il Cinema accessibile in sala è il nostro primo impegno portato avanti con Cinemanchìo le cui attività sono oggi integrate nell’Associazione.
Abbiamo monitorato la nuova legge Cinema redatta dall’allora Ministro Franceschini (2014). In quella legge e nei successivi decreti attuativi è stata inserita, grazie alle nostre pressioni, la resa accessibile prima come elemento premiante e ora come elemento escludente per accedere ai contributi ministeriali.
Da 10 anni Più Cultura Accessibile organizza l’unico corso in Italia di sottotitolazione facilitata e audiodescrizione per il Cinema, in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte, Università di torino e Centro Sperimentale Cineteca Nazionale.
Il modello Teatro Stabile di Torino
Il rapporto con il TEATRO STABILE di Torino e la resa accessibile delle rappresentazioni è iniziato nel 2021. Questo modello cui abbiamo curato la realizzazione ha sicuramente segnato una svolta culturale in cui troppo spesso l’approccio all’ accessibilità è parziale, ragiona per categorie e non tiene conto di estendere l’accessibilità alla comunicazione tutta.
Diversamente dal Cinema come immaginabile, la resa accessibile è realizzata live
Il modello prevede la sottotitolazione facilitata fruibile su cellulari o tablet (forniti dal Teatro) e audio introduzione: intervento live o preregistrato che rilascia un testo appositamente realizzato per una lettura for all della durata di 3-4 minuti.
Il lavoro deve essere necessariamente completato dai contenuti facilitati che compaiono nel sito, come pure nella scheda distribuita in Teatro.
Abbiamo poi organizzato corsi e masterclass per la resa accessibile di comunicazione, musei e mostre temporanee. Queste ultime due attività realizzate in collaborazione con Musei e organizzazioni espositive sotto la guida di Pete Kerker ambasciatore in Italia di Design for All Europe. Organizzazione alla quale abbiamo aderito alcuni anni fa.
È quindi con molto piacere che proponiamo questa panoramica sul Comunicazione, Informazione, Pubblicità e Grafica accessibili. Ringraziamo di cuore i professionisti che hanno accettato l’invito a intervenire consentendo la realizzazione di questo video. E per il sostegno all’iniziativa, la Fondazione CRT di Torino.
Informazione, Pubblicità, Prodotto e Cultura
L’Accessibilità è un Problema per e di Tutti
Iniziativa di +Cultura Accessibile
Progetto Daniela Trunfio, Stefano Pierpaoli
Presentazione
dal testo di Federico Ascoli
La Comunicazione pervade il mondo contemporaneo, ne è il mantra. Crediamo che diffondere la sensibilità all’accessibilità della comunicazione possa da un lato aiutare le persone a superare le barriere culturali, sensoriali, cognitive e fisiologiche e sentirsi inclusi al pieno svolgimento sociale e personale della vita, dall’altro creare l’opportunità per i musei, i canali di informazione e le aziende di ampliare il proprio pubblico e i propri consumatori.
I dati parlano chiaro, nell’accessibilità della comunicazione il target di riferimento è vastissimo e per certi versi riguarda o riguarderà ognuno di noi: invecchiamento della popolazione, analfabetismo di ritorno, integrazione sociale, saturazione degli ambienti comunicativi e print disabilities sono condizioni e problemi molto diversi tra loro che costituiscono un insieme di milioni di persone con barriere di vario genere nella decodifica di un contenuto informativo o culturale.
Con questa iniziativa vogliamo riepilogare ciò che è lo stato dell’arte, proporre nuovi approcci, tracciare una linea operativa e una guida pratica così come abbiamo fatto negli altri settori: arte, cinema, teatro.
Il Problema
Qualunque sia il media considerato o la tipologia del messaggio, una comunicazione efficace dipende dalla capacità del mittente di trasmettere il messaggio in modo chiaro, coerente e pertinente e dalla possibilità e capacità del destinatario di percepire, decodificare e comprendere il messaggio in termini non ambigui.
Queste sono semplici regole sulle quali, nel corso del tempo, sono state scritte migliaia di pagine, e per le quali non dovrebbero esserci ormai dubbi sulle modalità di applicazione.
Nella realtà quotidiana, invece, font illeggibili, grafiche complesse e ambigue, assenza di contrasto cromatico, testi inutilmente complessi basati su utenti tipo autoreferenziali, layout disordinati, rendono la comunicazione poco accessibile e il lavoro del destinatario faticoso e spesso frustrante.
La Nostra Proposta: Design for All.
+Cultura Accessibile propone di recuperare i concetti primari della comunicazione in termini di leggibilità, grafica e comprensibilità e di porre l’accento su materie prime della comunicazione oggi spesso trascurate.
La nostra proposta è elaborata nel paradigma del Design for All, il design per la diversità umana, l’inclusione sociale e l’uguaglianza. L’approccio olistico ed innovativo ha lo scopo di consentire a tutte le persone di avere pari opportunità di partecipazione in ogni aspetto della società, e tra queste Cultura, Informazione e consumo.
I nostri ospiti
Oltre agli interventi di Daniela Trunfio presidente di +Cultura Accessibile, abbiamo invitato alcuni professionisti del mondo della Comunicazione, Informazione, Pubblicità e Grafica, per i quali l’accessibilità è un irrinunciabile valore aggiunto, a darci i propri contributi ai temi che intendiamo sviluppare
Nell’ordine di intervento sono:
Maurizio Molinari
Capo dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano e responsabile delle relazioni con i media del Parlamento europeo in Italia.
Dajana Gioffré
Chief Visionary Officer di AccessiWay
Paul Harrison
Head of Accessibility Services, SWISS TXT at SlatorCon Zurich 2023
Media Project Manager presso la European Broadcasting Union (EBU).
Specializzato in alfabetizzazione mediatica, accessibilità e coproduzioni televisive
Carlo Eugeni
Direttore del corso di laurea magistrale in traduzione audiovisiva e localizzazione, Università di Leeds
Elisabetta Pozzi
Country Sales Manager Italy per Peach
Sara Rossi
Graphic designer
Estratto dal volume
La cultura è di tutti di Paola Dubini (economista della cultura all’Università Bocconi), e Christian Greco (dal 2014 direttore del Museo Egizio di Torino) edito da Egea – Università Bocconi, Milano 2024.
Se ci si concentra sull’accessibilità culturale, non si può non allargare la visione al concetto stesso di Cultura, della sua funzione e destinazione e di come questi siano cambiati nel tempo. Ci sembra interessante, in questo contesto, proporre alcuni assunti ricavati dal volume
DI CHI È LA CULTURA
Proprio perché la Cultura non è di tutti. La Cultura è di tutti è un obbiettivo anche politico.
In Italia infatti meno che in altri paesi europei, siamo agli ultimi posti nelle statistiche sulla partecipazione culturale.
E Ancora più inquietante è la progressiva marginalizzazione della cultura nella società del turbocapitalismo che misura ogni attività sul ritorno economico.
Allora come può la Cultura essere davvero di tutti?
Se la cultura è di tutti, dovrebbe essere accessibile a tutti.
Sono numerose le barriere che impediscono o rendono difficoltoso l’accesso alla cultura. In Italia – e non solo – diverse categorie di cittadini sono di fatto escluse dall’accesso alla cultura: per scarsa disponibilità economica e di tempo, per motivi geografici (la distanza dai presidi e dalle attività culturali), per difficoltà di ordine fisico (per esempio di udito o di vista, o nella mobilità)…
La cultura è “di tutti”, perché è alla base delle interazioni sociali e costituisce le conoscenze e le esperienze da trasmettere alle future generazioni. È la prerogativa che caratterizza e distingue l’homo sapiens.
CHE COSA E’LA CULTURA
Alcune definizioni che ci hanno accompagnato nel corso degli anni
La prima implica la possibile misurazione dei consumi e dell’impatto della partecipazione culturale.
La Cultura è prodotto/merce.
Ma poi la Cultura è qualcosa che abbiamo ereditato e che ci impegniamo a trasferire alle generazioni future.
E qui tradizionalmente, venivano considerati cultura i contenuti “alti”, escludendo sia le culture popolari sia la cultura pop. La cultura era l’elemento di distinzione, per dirla con Pierre Bourdieu (1), attraverso cui le élite costruivano e ostentavano la loro superiorità (1).
La Cultura elemento distintivo di superiorità.
E c’è anche la prospettiva antropologica: ciascuno di noi è d “immerso” nella cultura, che è alla base della nostra identità, anche se questo “può portare a divisioni, forme di pregiudizio, esclusione ed emarginazione.
La cultura è un fatto politico.
A partire dagli anni Ottanta, concentrandosi sull’ambito culturale e creativo come settore economico
La Cultura è un settore economico
DI CHI È LA CULTURA?
Di chi l’ha prodotta, magari un paio di millenni fa
Di chi decide che cosa è cultura e che cosa non lo è
Di chi se ne ritiene depositario e custode esclusivo
Di chi la usa, dalle comunità etniche o religiose ai gruppi di fan
Il controllo della cultura non è tuttavia solo questione di proprietà, di sfruttamento economico o di rispecchiamento identitario.
Riguarda anche chi decide che cosa è cultura e che cosa non lo è, e dunque chi cura, gestisce e programma le istituzioni culturali.
Chi decide che cosa è “culturale” è stata (e in gran parte lo è ancora) un’élite ristretta, composta quasi esclusivamente da maschi bianchi occidentali (ovvero colonialisti) eterosessuali, in genere cresciuti in famiglie benestanti.
Chi consuma prodotti culturali?
Una minoranza della popolazione: due italiani su tre non leggono nemmeno un libro all’anno, e una minoranza ancora più ristretta frequenta teatri, sale da concerto e musei.
A COSA SERVE LA CULTURA – Funzione e utilità
Per qualcuno, la cultura non serve a niente – e non deve servire a niente (“L’art pour l’art” di metà 800), anche per garantirsi la libertà che la caratterizza, senza imporle obiettivi estrinseci.
Poi c’è la visione insieme mistica e politica del Principe Myskin nell’Idiota di Dostoevskij per cui “La bellezza salverà il mondo”.
E ancora la “cultura come centrotavola” (un oggetto da ostentare per dichiarare il proprio posizionamento sociale).
LE DIVERSE ALTRE OPZIONI DI BERTRAM NIESSEN (2)
Per buona parte del Novecento, la Cultura è stata uno strumento per forgiare le coscienze e strappare voti.
Con gli anni’80, la fine delle ideologie ha portato a una visione della Cultura come spigolatura, gadget, argomento di conversazione
A partire dagli anni ‘90, Cultura e Creatività sono state messe al centro di “politiche di conversione di economie che stavano perdendo le industrie e avevano bisogno di nuovi paradigmi di produzione del valore”.
Nel 1996 il ministro Gianni De Michelis lancia la Cultura come “petrolio d’Italia”, usata dunque come carburante per il turismo
I due poli apparentemente opposti ma complementari.
Da un lato la “cultura da cameretta” autoreferenziale, che non si preoccupa di quel che succede attorno.
Dall’altro la “cultura come content”, ovvero la produzione ininterrotta di prodotti d’intrattenimento per le piattaforme digitali, “da convertire in dati per il marketing”.
Come se ne esce? Forse con l’affermare che La cultura è “bene comune”, proprio per la sua stessa natura condivisa e relazionale.
Diventano dunque strategici il coinvolgimento, la partecipazione e la coprogettazione, come “antidoto a una cultura pensata per tutti ma di fatto di pochi”
E POI C’E’ LA CULTURA PER TUTTI
Se la cultura è di tutti, dovrebbe essere accessibile a tutti.
Sono numerose le barriere che impediscono o rendono difficoltoso l’accesso alla cultura. In Italia – e non solo – diverse categorie di cittadini sono di fatto escluse dall’accesso alla cultura: per scarsa disponibilità economica e di tempo, per motivi geografici (la distanza dai presidi e dalle attività culturali), per difficoltà di ordine fisico (per esempio di udito o di vista, o nella mobilità)…
Note
(1) Ciò che distingue le diverse classi, infatti, non è solo la loro posizione economica o la loro posizione politica, ma quello che Bourdieu (sociologo e antropologo francesca 1930-2002) chiama il loro capitale culturale o simbolico.
(2) Tra i fondatori di cheFare, ne segue lo sviluppo dal 2012, prima come Project Manager e oggi come Direttore Scientifico, Presidente e Responsabile Ricerca e Sviluppo.
I contributi video degli esperti
Maurizio Molinari
Capo dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano e responsabile delle relazioni con i media del Parlamento europeo in Italia.
Comunicazione e Informazione – Buone pratiche
Dajana Gioffré –
Chief Visionary Officer di AccessiWay
Accessibilità digitale: siti web e app accessibili
Paul Harrison
Head of Accessibility Services, SWISS TXT at SlatorCon Zurich 2023
Media Project Manager presso la European Broadcasting Union (EBU).
Specializzato in alfabetizzazione mediatica, accessibilità e coproduzioni televisive
Broadcast e accessibilità – l’Italia a confronto con le realtà europee
Elisabetta Pozzi, –
Country Sales Manager Italy per Peach
Carlo Eugeni
Direttore del corso di laurea magistrale in traduzione audiovisiva e localizzazione, Università di Leeds
I sottotitoli nella progettazione universale – contesti, utenti, case study
La lingua facile come forma di comunicazione – contesti, utenti, case study
Sara Rossi
Graphic designer
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