Manifesto per l’accessibilità e la fruizione in autonomia del patrimonio culturale cinematografico
MOLE ANTONELLIANA
PIAZZA TFF
Torino
Come ha ben espresso il Presidente di UICI Torino Gianni Laiolo nel corso del suo intervento, questo appuntamento di Torino non è stato un traguardo ma un punto di partenza.
L’esperienza culturale e la cultura nella sua capacità di proposta, appartengono a dimensioni che nel nostro Paese sono state relegate a un ruolo marginale. Ciò che un tempo veniva considerato dalla popolazione come elemento fondamentale per l’emancipazione personale e per la crescita collettiva, oggi viene percepito in quanto termine che semplifica e riassume l’offerta creata dai media e da coloro che li gestiscono.
Il valore aggiunto che tuttavia la cultura garantisce a ciascun individuo resta un punto fermo impossibile da cancellare. Un valore che assicura a ogni persona il possesso e l’utilizzo delle chiavi indispensabili per interpretare il presente e progettare la sua esistenza.
I progetti portati avanti da +Cultura Accessibile scaturiscono proprio da questa riflessione e hanno come obiettivo quello di restituire a tantissimi cittadini quelle chiavi e dare loro gli strumenti per essere protagonisti nelle comunità in cui vivono.
Questo è il motivo per il quale ci preme sottolineare che il processo che abbiamo messo in moto in tutta Italia si alimenta attraverso i rapporti umani e le relazioni con le realtà associative che lavorano sui territori. Grazie a questa rete ampia di contatti e collegamenti, nella quale ci si confronta e si costruisce insieme una strada comune e una consapevolezza condivisa, sarà possibile individuare itinerari e traguardi concreti da mettere al servizio delle persone.
Nei nostri interventi abbiamo descritto le aree in cui si sviluppano questi rapporti indispensabili, a diverso livello, per dare vita a un processo culturale che consenta di aumentare gli spazi e migliorare la qualità della vita di tante famiglie.
Un rilievo particolare lo abbiamo dedicato alle Istituzioni e al ruolo che essere dovrebbero avere. Su questo argomento abbiamo sottolineato che a coloro che nelle Istituzioni lavorano serve un approccio diverso e più innovativo. In questi anni abbiamo troppo spesso riscontrato un profondo deficit intellettuale nella capacità di interpretazione e di elaborazione. Il concetto secondo il quale la cultura è soltanto un termine che rappresenta eventi e spettatori (prodotti e clienti) ha invaso le menti di chi dovrebbe invece garantire spessore e consistenza all’offerta e alla fruizione culturale. Le Istituzioni si concentrano molto nel promuovere continue iniziative finanziarie legate alla produzione di prodotti e trascurano completamente la parte relativa alla qualificazione sociale che la cultura può assicurare nella società. La rapidità nello stanziamento di risorse pubbliche a favore del mercato coincide con gli enormi ritardi nello sviluppo di progetti meritori e utili alla collettività. Lo ha manifestato chiaramente il Direttore Cinema del MIBACT Mario Turetta nel suo contorto intervento ma era anche evidente che non sapesse nulla delle tematiche che abbiamo affrontato al TFF.
Quello che stiamo cercando di affermare è che la cultura deve essere un valore fondamentale per la comunità. Per tutta la comunità.
Se qualcuno nei palazzi del potere, dovesse pensare che c’è bisogno di una legge apposita per dare maggiore accessibilità alla cultura non farebbe altro che dimostrare l’inettitudine e l’incompetenza della nostra classe dirigente. Un paese che ha bisogno di una legge per dettare le modalità e i percorsi culturali è un paese morto. Le leggi di questo tipo vengono imposte nei regimi autoritari e repressivi. La cultura è uno strumento di liberazione e di democrazia.
Dai rappresentanti delle associazioni che hanno parlato nel corso della bella mattinata trascorsa alla Mole Antonelliana sono giunte parole che testimoniano una coscienza diffusa che chiede a gran voce maggiore inclusione e pretende la normalizzazione di un modello di offerta culturale indiscriminato.
È ormai chiaro a tutti che serve un intervento deciso e concreto per mettere a sistema modelli inclusivi efficaci e costanti.
Il Manifesto che abbiamo presentato tratteggia linee guida e buone pratiche per arrivare all’accessibilità al cinema ed è un punto di riferimento per fare passi avanti in tutti gli altri settori dell’offerta culturale.
Milioni di famiglie sanno che l’esperienza culturale condivisa consente di raggiungere traguardi importanti su altri fattori di benessere e ci riferiamo alla qualità dei servizi, all’intervento sociale e alla scuola.
Sul diritto all’inclusione culturale si gioca una partita decisiva per l’inserimento sociale e per l’integrazione.
Il 26 novembre, tutti coloro che erano presenti e che hanno ascoltato le parole dette e vissuto la bell’atmosfera di partecipazione che si respirava sanno che non c’è più tempo da perdere.