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Rassegna stampa 04/12/20

Superando.it Serve un reato specifico contro la violenza subita da una donna con disabilità A lanciare la proposta è stata la giornalista Fiorenza Sarzanini, durante l’incontro denominato “Disviolenza. Dialoghi intorno e dentro la violenza sulle donne con disabilità”, sottolineando «la necessità di creare un movimento di opinione unito ad un impegno dei media e di tutta la stampa, per migliorare la legislazione vigente, aggiungendo appunto ai quattro nuovi reati appena introdotti, anche quello riguardante la violenza subita dalle donne con disabilità, obiettivo certamente da raggiungere, soprattutto per aiutare le vittime a non sentirsi due volte sotto accusa» Vai all’articolo  

Diritto al Benessere

“Ricostruire meglio: verso un mondo post COVID-19 inclusivo della disabilità, accessibile e sostenibile” Il tema scelto per la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità 2020 – #IDPD – è un augurio per una presa di coscienza che in Italia tarda a maturare. A partire dal fatto che il mondo post COVID-19 è già di fronte ai nostri occhi. Aldilà dei titoli, degli annunci e delle continue giornate celebrative bisogna innanzitutto diffondere la consapevolezza che è urgente lavorare sul piano della Conoscenza e quindi della crescita del benessere. I nemici contro cui combattere sono: la mancanza di una visione intellettuale e politica sull’inclusione l’assenza di processi legati alla crescita della conoscenza la debolezza strutturale di un Welfare illusorio Queste problematiche causano: Sul piano delle scelte programmatiche Inefficacia e astrattezza nella programmazione Inefficienza e lentezza delle iniziative di intervento Cedimento e disgregazione delle reti del sostegno, della formazione e della promozione sociale Sul piano individuale e sociale Esclusione Povertà Frustrazione Solitudine Disperazione I Diritti non sono acquisiti fino a che non possono essere esercitati. Non bastano i trattati, le leggi e i regolamenti che di fatto già esistono e hanno ben definito diritti e linee guida. Questi dispositivi burocratici restano sulla carta e non vengono applicati. Servono competenze, capacità cooperativa, approcci inclusivi a partire dal lavoro svolto dagli operatori di settore ad ogni livello di impegno. Una politica che procede poggiando sulla finta soluzione delle emergenze, gioca di fatto sulla pelle delle persone e riduce tragicamente gli spazi di libertà e di crescita individuale e collettiva. Questo avviene con ancora più violenza nei confronti delle categorie più esposte e produce il costante aumento delle disuguaglianze che è sotto gli occhi di tutti. Un popolo imprigionato nella filosofia della continua emergenza è un popolo ricattato. I comitati tecnici e le iniziative tappabuchi servono solo a ingigantire i problemi. Che fare L’inclusione non deve cadere dall’alto e non deve arrivare solo dall’altro Bisogna realizzare un processo che velocemente metta in mano ai cittadini gli strumenti di autodeterminazione indispensabili per generare e vivere l’inclusione. L’accessibilità non è un elenco di regole, di strumenti e di linee guida Occorre determinare una coscienza condivisa che promuova il progresso culturale delle classi dirigenti, dei corpi intermedi e dei singoli individui. La sostenibilità non è una formula astratta La validità di un processo sostenibile è stabilita dalla qualità dell’intervento, dal quoziente di intelligenza che lo caratterizza e dal livello di consapevolezza di chi ne beneficia. Proposte La responsabilità fluida che è affidata in modo disordinata a troppe strutture equivale alla responsabilità di nessuno. Lo dimostra l’eterno scaricabarili a cui assistiamo. Serve nell’immediato la creazione di organismi che sappiano assumersi la responsabilità di dare risposte concrete e mettere in moto percorsi dinamici e veloci. Il primo dei Diritti da conquistare è il Diritto al Benessere e dipende dal Diritto alla Verità. L’unica strada per arrivare alla verità è quella della Conoscenza e non esiste elemento più inclusivo di questo. +Cultura Accessibile, a 9 mesi dalla proposta tempestivamente lanciata, torna a proporre l’istituzione di un comitato di intervento la creazione di un’agenzia nazionale per l’inclusione culturale